DALLA TERRA AL CIELO: IL CELESTE SUONO DEL CORNETTO 

 Mercoledì 9 dicembre 2015 ore 21,00

Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini
Piazza dell’Oro, 1 Roma

Bruce Dickey, cornetto
Liuwe Tamminga, organo

Musiche di N. Corradini, G. P. da Palestrina, G. F. Sances, T. Merula, M. Cazzati

INGRESSO LIBERO 

Programma

Giovanni Gabrieli (1556-1612)
Canzon II a 4 (1608)
Canzon francese del XII tono (ms. Torino)

Ascanio Trombetti (1544-1590)
Mottetto Emendemus in melio,
passaggiato da Bruce Dickey

Giovanni de Macque (1548-1614)
Entrata d’Organo (ms. Napoli)
Consonanze stravaganti (ms. Londra)

Gioseffo Guami (1542-1611)
Canzon La Novellina a 4

Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594)
Ricercar del IV tono
Mottetto Nigra sum,
passaggiato da Bruce Dickey

Girolamo Frescobaldi (1583 -1643)
Toccata V (1627)

Antonio Brunelli (1577-1630)
O quam suavis

Gioseffo Guami (1542-1611)
Canzon La Guamina a 4
Canzon La Brillantina

 

La Bella Minuta
“… che ogn’uno tendi al bel stromento, alla bella lingua, & alla bella Minuta, & ad imitar più la voce humana, che siapossibile.”
Girolamo Dalla Casa, 1584

Girolamo Dalla Casa fu uno dei giganti del cornetto – senza dubbio uno dei più grandi virtuosi dello strumento all’apice della sua popolarità. Egli era rinomato non solo per la sua abilità come suonatore ma forse ancor più come improvvisatore. Infatti, per musicisti come Dalla casa, le due pratiche erano inscindibili. Diminuzioni, o come nelle parole di Dalla casa, la bella minuta, erano i mezzi con cui i suonatori studiavano e padroneggiavano il loro strumento e il modo in cui dimostravano le loro abilità. Oggi come allora, la pratica di suonare diminuzioni spesso incontra delle resistenze da parte di direttori, teorici, compositori e ascoltatori di vari generi. Sono viste delle volte come dirompenti, caotici, confusi e noiosi. Eppure per me, le diminuzioni toccano l’anima del cornetto, uniscono la sua incredibile agilità con la sua stupefacente vocalità. È mia intenzione in questo concerto evidenziare la bellezza delle diminuzioni più che la loro brillantezza. Uno degli aspetti meravigliosi nel suonare le diminuzioni sul cornetto è dato dal fatto che suonando una parte della polifonia insieme a un organo rinascimentale, il suono diventa parte dell’organo. Gli italiani d’epoca dicevano che il cornetto suonava “nell’organo”, e nelle parole del diarista John Evelyn, il cornetto “dà vita all’organo”. Ho sempre amato questa esperienza. Il motivo per cui ho scelto di vivere in italia da tre decenni è suggerito dal fatto che gli organi italiani sono molto più favorevoli al cornetto e alle voci rispetto agli strumenti nordici. Un “legarsi” all’organo nei brani con diminuzioni è anche un legarsi alla musica polifonica strumentale del rinascimento. Per questa ragione ho incluso in questo programma delle canzoni di Guami, Gabrieli con passaggi fioriti ai quali ho liberamente aggiunto le mie minute. La mia ricerca per composizioni polifoniche legate a questo repertorio mi ha portato inevitabilmente alle canzoni di Gioseffo Guami. Nato a Lucca, Guami divenne organista della cattedrale. Studiò a Venezia con Willaert e Annibale Padovano, cantando nella cappella di S. Marco. Dal 1567, anno in cui fu assunto da Orlando di Lasso alla corte di Baviera, si alternò agli incarichi a Lucca e a S. Marco.
Tutte le canzoni di Guami sono stampate in partitura senza indicazioni strumentali. Quelle incluse nel nostro programma derivano dalla raccolta di Canzonette francese del 1601 e portano titoli descrittivi o dedicatori come La Novellina e La Brillantina. Questi brani sono sorprendentemente innovativi per il periodo, sia per gli abbellimenti scritti nella voce di soprano che in quella del basso. Il cantante e maestro di canto toscano, Antonio Brunelli, studiò a roma e operò a Pisa ed a Prato. L’arte del suo canto fu molto apprezzato dai suoi contemporanei. In considerazione dei pochi abbellimenti presenti nel mottetto O quam suavis, ho deciso di aumentarli con alcune invenzioni mie, nella speranza di non violare la concisa regola di Dalla casa: poca roba ma buona.


Bruce Dickey
Nato negli Stati uniti, era ancora un giovane trombettista quando un breve incontro con il flauto dolce accese il suo interesse verso la musica antica, che approfondì durante la laurea in Musicologia alla Indiana University School of Music. Un solo anno di studi di flauto presso la rinnomata Schola Cantorum Basiliensis si tradusse in un contratto come professore di cornetto, l’antico strumento per il quale Dickey è oggi considerato uno dei più grandi interpreti e conoscitori. Decenni di registrazioni e collaborazioni con le figure leader nel campo della Musica Antica (Jordi Savall, Nikolaus Harnoncourt, Gustav Leonhardt, Andrew Parrott, Ton Koopman, Monica Huggett, Philippe Herreweghe) hanno creato le premesse per ciò che è oggi la sua principale attività: la direzione del prestigioso ensemble Concerto Palatino, con il quale ha inciso moltissimi CD. Oltre che per l’attività concertistica è assai richiesto come insegnante, sia di cornetto che di prassi esecutiva seicentesca: cattedratico alla Schola Cantorum Basiliensis, ha tenuto corsi al Royal Conservatory dell’Aja, all’Accademia Chigiana di Siena, all’Early Music Institute presso l’Indiana University, al Conservatorio di Vicenza e numerosissimi masterclass negli USA, Canada, Europa e Giappone. È attivo anche nel campo della ricerca e ha pubblicato, insieme a Michael Collver, un catalogo del repertorio sopravissuto per cornetto. Nel 2000 la Historic Brass Society gli ha assegnato il prestigioso “Christopher Monk Award” per “la monumentale opera nell’attività concertistica per cornetto, nelle ricerca della prassi esecutiva antica e nella divulgazione musicologica”. Nel 1981 Bruce Dickey si è trasferito in italia per essere più vicino alle origini del suo strumento e della sua musica.


Liuwe Tamminga
Nato in Frisia (Olanda), ha studiato organo e composizione ai conservatori di Musica di Groninga e Parigi, dove ha studiato con Wim van Beek, Jean Langlais e André Isoir, ottenendo il Premier Prix e il Prix d’Excellence. Nel 1980 ha vinto il concorso d’improvvisazione d’Olanda. Vive a Bologna dove è titolare degli organi storici della Basilica di S. Petronio a Bologna insieme con Luigi Ferdinando Tagliavini, dove suona i due magnifici strumenti di Lorenzo da Prato (1471-75) e Baldassarre Malamini (1596). Ha inciso numerosi CD, l’opera completa di Marc’Antonio Cavazzoni (“Diapason d’Or”, Premio della critica Discografica Tedesca 2005, Premio Goldberg 5 stelle), “Mozart on Italian Organs” (Premio della critica Discografica Tedesca 2006 e Diapason 5 stelle), e la registrazione dedicata ad Andrea e Giovanni Gabrieli, realizzata con L. F. Tagliavini (“choc de la musique” e Premio internazionale del disco Antonio Vivaldi della Fondazione Cini di Venezia 1991). Nel 2006 l’uscita di “Gli organi storici dell’Appennino Modenese” (Diapason e Musica 5 stelle), nel 2008 tre CD, tutti i tre premiati con cinque stelle dalla rivista “Musica”, e nel 2011 i “ricercari” di Frescobaldi (Diapason d’Or), e una registrazione dedicato al “Ballo di Mantova”. Ha curato alcuni edizioni di musica organistica, tra cui i Ricercari della Musica Nova (1540), opere per tastiera di Giovanni de Macque, Marc’Antonio Cavazzoni e Pierluigi di Palestrina, i ricercari di Jacques Buus e Musiche per due organi di maestri italiani intorno 1600. Dal 2010 è curatore del museo degli strumenti musicali “San colombano collezione Tagliavini” a Bologna. La sua intensa attività concertistica l’ha portato in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone.




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