INEDITA
18 novembre – 19 dicembre 2012
I RESPONSORI PER LA SETTIMANA SANTA DI FELICE ANERIO
La presente edizione dei Responsori della Settimana Santa di Felice Anerio è realizzata sulla base dei due esemplari stampati a Roma da Luigi Zanetti nell’anno 1606, due edizioni sostanzialmente uguali, ma con lettere dedicatorie diverse: la prima indirizzata al duca Giovanni Angelo Altemps, la seconda al cardinale Pompeo Arrigoni, prodatario del papa.
La raccolta nasce nell’ambito delle attività musicali svolte da Felice Anerio a Palazzo Altemps a seguito della costruzione della chiesa di S. Aniceto. Si tratta di una produzione per la liturgia della Settimana Santa celebrata in quel luogo sacro, ma poi divenuta un mezzo di esaltazione dell’opera di mecenatismo del duca, in contrasto con quel principio di riservatezza imposto alla produzione musicale scritta per la cappella papale.
Come poteva essere possibile che il musicista preposto ufficialmente a ricoprire la carica più importante della produzione musicale liturgica, ora pubblicava una raccolta per li riti del Triduo Pasquale fuori dal contesto istituzionale della cappella pontificia, dedicandola, per di più, ad un privato? Infatti, la pubblicazione rappresentò subito un problema per Felice Anerio a causa del ruolo ricoperto, dal 1594, di compositore della cappella papale.
Il caso suscitò ben presto reazioni di disappunto, tanto da indurre il compositore ad approntare subito, lo stesso anno, una seconda edizione dedicata al cardinale Arrigoni, prodatario e stretto collaboratore del papa Clemente VIII, ponendo rimedio all’incresciosa situazione per recuperare la stima degli ambienti pontifici.
L’esecuzione proposta si affida alle sole voci maschili, tentando di ricostruire il tessuto sonoro originario che si affidava agli evirati sistini, frequentatori assidui della chiesa altempsiana e protagonisti delle innumerevoli esecuzioni promosse dal duca.
Il concerto verrà realizzato con una scelta dei 27 responsori, che saranno invece eseguiti integralmente nella registrazione per la casa discografica Dynamic (20-24 novembre), registrazione che verrà presentata nel corso del ‘Roma Festival Barocco’ in programma nel giugno 2013. Alla edizione discografica si affianca quella editoriale, curata dalla casa editrice Carish.
LA MISSA LAETENTUR CAELI DI GIROLAMO BARTEI
La “Missa Brevis” è parte di un’edizione a stampa edita da Bartolomeo Zanetti a Roma nel 1608, contenente 4 messe in doppio coro e dedicata al duca Giovanni Angelo Altemps.
Girolamo Bartei, frate eremitano agostiniano, dopo essere stato maestro di cappella ad Arezzo e nel Duomo di Volterra, fu chiamato a Roma dal Capitolo Generale del suo ordine e nominato maestro nella chiesa di S. Agostino, dove rimase dal 1608 al 1610.
Nonostante le messe di Bartei non figurino negli elenchi delle composizioni della raccolta altempsiana, la dedica al duca Altemps contenuta dell’edizione a stampa conferma la particolare vicinanza del compositore all’ambiente del palazzo attiguo alla Chiesa di S. Agostino e alle attività liturgiche della cappella di S. Aniceto.
La messa è scritta ricorrendo a una ritmica molto dinamica, divergendo dai modelli delle messe palestriniane. Sono molti gli stilemi linguistici che proiettano la composizione, come le altre della raccolta, lontano dall’ambiente musicale romano ed agli insegnamenti ‘osservati’ della tradizione. La totale assenza di scrittura imitativa, la pacata osservanza delle norme contrappuntistiche, riscontrabile nelle messe policorali dei contemporanei Ruggero Giovannelli e Felice Anerio, sono chiari segni di un linguaggio che si evolve dentro i canoni di una sensibilità che si appella agli effetti e agli affetti barocchi.
Un principio che l’esecuzione dell’Ensemble Festina Lente vuole rispettare con il ricorso ad un doppio organico strumentale con tiorbe, organo, violini e cornetti barocchi accanto agli 8 cantanti solisti.
La scansione liturgico-musicale della messa (la mattina eseguita durante una celebrazione in rito antico a palazzo Altemps, la sera in forma di concerto nella chiesa di S. Agostino), alternando il Proprio della messa ai mottetti della prima domenica di Avvento, ai due mottetti in doppio coro scritti da Ruggero Giovannelli e Francesco Soriano in onore di S. Aniceto, tratti dai codici manoscritti altempsiani, aiutano l’ascoltatore ad immedesimarsi in un clima sonoro e spirituale vicino ai sacri riti del tempo.
LA MESSA “HOR LE TUE FORZE ADOPRA” DI FELICE ANERIO
L’edizione della messa “Hor le tue forze adopra” è tratta dal manoscritto altempsiano della Collectio Major , contenente “varia musica sacra” polifonica, con organici da 4 a 16 voci con accompagnamento di organo. Il manoscritto, diversamente dalle altre fonti manoscritte conosciute, presenta in aggiunta alle parti vocali l’accompagnamento dell’organo. Una scelta certamente in linea con i gusti musicali del tempo, ma anche motivata dal particolare interesse del duca per la musica strumentale. E’ noto come la sua residenza romana, prevenendo forme musicali sviluppatesi solo successivamente, fosse diventata per musicisti come Gregorio Allegri, la sede privilegiata per sperimentare formule musicali innovative, del tutto autonome dalla musica liturgica. Un ambito di sperimentazione reso possibile dall’acquisizione da parte del duca di un numero straordinario di strumenti, che annoverava, fra gli altri, ben 5 organi di diverse proporzioni: uno piccolo a quattro registri, un prezioso regale, un organo costruito entro un inginocchiatoio, un altro grande a sette registri , decorato con ornamenti scolpiti, ed infine il grande organo costruito da Luca Blasi, a tredici registri contenuti in una cassa dorata, che risultava essere, dopo l’organo della Basilica di S. Maria Maggiore, il più grande di Roma.
La messa viene presentata in una ricostruzione liturgica per la festa dell’Immacolata Concezione, alternando al Proprio alcuni mottetti di Anerio (Gaudens gaudebo a 4 voci, Alma redemptoris Mater a 4 voci e Magnificat a 4 voci) ed il Tota pulcra a 2 voci di Gregorio Allegri tratto dalla edizione a stampa del 1619 dei Concertini a 2, 3, 4 e 5 voci che l’autore dedica specificatamente al duca Giovanni Angelo Altemps.
MESSA A 12 VOCI DI FELICE ANERIO
Come la messa a 4 voci, quella a 12 è tratta dai 12 volumi manoscritti che compongono la Collectio Major. Purtroppo, dei 13 volumi originari quello relativo al Canto del terzo coro è andato perduto nel tempo: una mancanza già registrata nell’ottocento (la trascrizione di Karl Proske lascia infatti vuoto ‘in partitura’ il pentagramma relativo al canto del terzo coro) che è stato colmata ricostruendo la parte mancante seguendo il più possibile le norme ed i vincoli del contrappunto palestriniano.
È abbastanza strano immaginare una messa policorale a tre cori con accompagnamento d’organo eseguita in uno spazio così limitato come quello della chiesa di Palazzo Altemps. Le regole imposte dalla scrittura per una esecuzione spaziale, certo, fa sorgere non pochi interrogativi sulla reale possibilità di essere eseguita rispettando ‘lo sbattimento dei cori’ in quell’ambiente sacro. L’assenza di altre fonti, a differenza delle concordanze rintracciabili per gli altri lavori della raccolta, confermerebbe comunque la sua appartenenza esclusiva alla cappella.
La scrittura della messa è straordinariamente ricca di soluzioni contrappuntistiche, sia nel rispetto delle regole della policoralità derivate dalla ‘scuola romana’, sia ricercando scelte precorritrici della moderna sensibilità barocca.
La messa viene eseguita ricorrendo a 12 cantanti, 2 tiorbe, violoncello barocco, organo, violone, violino barocco e due cornetti: una modalità che esalta la grandiosità della policoralità, ma anche la grande forza espressiva di una musica che rivela, attraverso l’unione delle voci e degli strumenti, una grande partecipazione collettiva alla ritualità.
La musica di Palazzo Altemps
Giovanni Angelo Altemps duca di Gallese, marchese di Soriano e delle Rocchette, nipote del potentissimo cardinale Marco Sittico (1533-1595),a seguito della costruzione della chiesa nel palazzo di famiglia, diede avvio ad una straordinaria opera di mecenatismo artistico.
Accanto alle collezioni musicali ereditate dal nonno e all’acquisizione di edizioni musicali, il duca commissiona in quegli anni una straordinaria quantità di musiche ‘riservate’ agli usi liturgici della cappella. Ai più grandi compositori dell’epoca, da Giovannelli a Soriano, da Giovanni Francesco e Felice Anerio a Catalani e Allegri vengono richieste composizioni nei più diversi organici, dal perfetto stile a quattro voci alle composizioni policorali a 12 e 16 voci; composizioni raccolte successivamente nei tre codici, oggi conservati presso il Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, denominati Collectio Major, Minor e Parva.
Della Collectio Major e Minor fanno parte composizioni quasi esclusivamente polifoniche, ad eccezione di alcuni brani strumentali contenuti nella Collectio Minor (Gregorio Allegri, Giovanni Francesco Anerio e Giovanni Battista Organista); la Parva invece costituisce una raccolta di composizioni per voci sole e continuo.
Circa 325 sono le composizioni per organici da 4 a 16 voci, comprendenti salmi, messe, mottetti ed inni. Un numero imponente, circa 7.000 pagine, nelle quali figurano composizioni uniche, che non trovano concordanze in altre fonti e quindi sono da considerarsi estremamente preziose.
Il forte impulso produttivo è ulteriormente esaltato dalla collezione di strumenti di cui il duca Giovanni Angelo arricchisce il palazzo. Fra questi vanno ricordati ben 5 organi di diverse proporzioni: uno piccoloaquattro registri, unpreziosoregale, unorgano costruitoentro uninginocchiatoio, un altrogrande, decorato con ornamentiscolpiti, a sette registri ed infine il grandeorganoa trediciregistricontenuti inuna cassadorata costruito da LucaBlasi e posizionato nella cappella che risultava essere, dopo l’organo della Basilica di S. Maria Maggiore, il più grande di Roma.
Il mecenatismo musicale è ulteriormente avvalorato dalle dedicatorie di alcune edizioni a stampa. Prima fra tutte quella dei 27 Responsori di Felice Anerio del 1606 e, a seguire, le edizioni delle 4 messe a doppio coro di Girolamo Bartei del 1608 e dei Concertini a 2, 3, 4 e 5 voci di Gregorio Allegri del 1619. Contributi editoriali che nel presente progetto figurano come indispensabile contributi per la ricostruzione dell’ambiente musicale dell’epoca.
Il Progetto
Il progetto tende alla valorizzazione del patrimonio musicale altempsiano fra recupero delle fonti elaborazione e trascrizione ed esecuzione. Tre i principali obiettivi:
- ricostruzione di alcune celebrazioni liturgiche in rito antico nella chiesa di Palazzo Altemps
- concerti nelle chiese adiacenti collegate con la storia dei musicisti trattati
- incisione discografica delle musiche per la casa discografica Dynamic
- stampa delle musiche in edizione moderna per la casa editrice Carish