ANTONIO DI DEDDA

adminVI Edizione Dicembre

Domenica 15 Dicembre

ore 21.00
Chiesa di S.Eustachio in Campo Marzio
Via di Sant’Eustachio, 19 Roma

CONCERTO DEL VINCITORE DEL PREMIO DELLE ARTI

Antonio Di Dedda – Organo
INGRESSO LIBERO

 

Programma

JAN PIETERSZOON SWEELINCK 1562-1621

Ballo del Granduca

GIOVANNI MARIA TRABACI 1575-1647

Canzona Franzesa  Quarta

GIROLAMO FRESCOBALDI 1583-1643

Partite sopra l’aria di Fiorenza

Heinrich  Scheidemann  1596-1663

Praeambulum in d

Englische Mascarata oder Judentanz

Jesu Wollst uns weisen

DOMENICO  ZIPOLI   1688-1726

Elevazione in Fa

BERNARDO PASQUINI 1637-1710

Variazioni Capricciose

GEORG MUFFAT  1653-1704

Passacaglia

JOHANN PACHELBEL 1653-1706

Aria prima

BERNARDO PASQUINI 1637-1710

Toccata V Tono

 

Antonio Di Dedda, organo

 

Ancora nel 1732 scrive il veneziano padre Francesco Antonio Calegari: “Nel 1600, {…} dagli Eccellenti Suonatori di Tasto sono stati scoperti gli veri Armoniali Musicali Tuoni, {inteso: maggiore e minore, N.d.R.} attentamente osservando ed esaminando, con le mani in armonia raccolte nel supposto Stromento, tutto quello, che dar si può in una sola Ottava raccolto.”

L ‘“ancora“ è d’obbligo, poiché negli stessi anni si è già attivato un peculiare meccanismo di ricezione e interpretazione retrospettiva, che porterà ad una serie di schematismi, omissis e riassegnazioni di priorità nell’esame del periodo storico- musicale appena precedente.

La ricezione Bachiana rappresenta l’esempio più noto di tale fenomeno: per stile Bachiano s’intende nel Settecento quello del famoso Carl Philipp Emanuel. La sua riduzione a compositore di transizione tra un Barocco degenerato e un Classicismo ancora a venire, e l’idea stessa di “riscoperta” di Johann Sebastian (per merito del giovane Mendelssohn) sono un bagaglio dell’Ottocento presente fino ai giorni nostri.

A questo immediato filtro non si è sottratto neppure il Seicento. Per ritornare all’esempio veneto, l’allievo e successore alla Cappella Antoniana, padre Vallotti, ignora già sostanzialmente i tastieristi del Seicento a favore del Cinquecento di Zarlino e Palestrina. Si capisce a questo punto la logica retrospettiva nel considerare il Seicento organistico, ad esempio, come un periodo di transizione da Frescobaldi a Bach, oppure la tendenza ad analizzarlo sulla base di raggruppamenti più o meno regionali, o dei pur riconosciuti stili nazionali.

Il concerto di questa sera offre condizioni ideali per un’altra lettura del secolo. Avremo modo di apprezzare in questo spaccato di repertorio organistico quella fitta e sottile rete d’interconnessioni fiorita tra Fiandre, Germania e i maggiori centri italiani, oltretutto in un luogo della Roma simbolo di continuità tra Cinque- e Seicento, tra scrittura vocale e per tastiera.

L’esponente napoletano Giovanni Maria Trabaci (1575-1647) è il primo maestro di cappella italiano alla corte del viceré di Napoli, succedendo a spagnoli come D. Ortiz, ricordato per il fondamentale Tractado de Glosas (Roma 1553), e ad un fiammingo. Solo J. Mattheson attesta, oltre al passaggio di Jan Pieterszoon Sweelinck (1562-1621) a Venezia, anche un suo effettivo periodo di studio presso G. Zarlino. Certo è, che Zarlino è il primo maestro italiano della Cappella Marciana, preceduto nella carica dai fiamminghi A. Willaert e C. De Rore. Sweelinck diviene in ogni caso il punto di riferimento della nascente scuola organistica tedesca settentrionale. A lui è preferibilmente affidata la formazione degli organisti delle Hauptkirchen amburghesi, tra cui Heinrich Scheidemann (1596-1663).

Girolamo Frescobaldi (1583-1643) cresce in uno dei più importanti crocevia musicali della storia: Ferrara. In città transitano, o trovano un impiego fisso a corte, i campioni italiani,  fiamminghi e perfino inglesi dello sviluppo musicale tra prima e seconda pratica. Sia Frescobaldi sia Bernardo Pasquini (1637-1710) muovono i loro primi passi in quest’ambiente stimolante e trovano impiego presso la ferrarese Accademia della Morte, prima di trasferirsi a Roma.

L’autorità di Frescobaldi è indiscussa. In quest ́ambito vale la pena di menzionare la fama di didatti e mediatori dell’influenza romana non solo frescobaldiana dello stesso Pasquini e di J.  C. Kerll. Alla scuola del primo si perfezioneranno il pratese Domenico Zipoli (1688-1726) e Georg Muffat (1653-1704), mentre il secondo eserciterà da Monaco di Baviera un ruolo diretto nella formazione del padovano A. Steffani e indiretto in quella di Johann Pachelbel (1653- 1706).

L’organo a nord e sud delle Alpi: Periodo di transizione, o di continua… transazione? All’ascoltatore l’ardua sentenza! (Roberta Vidic 2013)

Antonio Di Dedda

Vincitore del “Premio Nazionale delle Arti” sezione ORGANO 2012.
A 11 anni partecipa al IV Concorso Organi¬stico Internazionale “M. Galanti” vincendo un premio speciale e l’invito a partecipare come ospite d’onore all’edizione dell’anno seguente. A 14 anni è nominato orga-nista titolare della Basilica Cattedrale di Troia (FG). E’ vincitore al XIII Concorso Organistico Internazionale Città di Viterbo 2008 aggiudicandosi anche il premio d’improvvisazione.
Nel 2011 è vincitore assoluto del 1° Concorso Organistico Nazionale Città di Napoli. Diplomato in organo e composizione organistica con il massimo dei voti e la lode nella classe di Francesco Di Lernia presso il Conservatorio di musica “U. Giordano” di Foggia.
A 16 anni consegue il diploma di pianoforte con il massimo dei voti, lode e menzione con Rossella di Chio. Vincitore della XXVI Edizione del Premio Venezia 2009 e di numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Si è esibito in Italia e all’estero: Parigi, Saragozza, Berlino, Kaunas (Lituania), Londra.
In diverse occasioni è stato ospite di Rai Uno mattina; ha effettuato registrazioni per Radio Vaticana.
Attualmente studia organo con Pieter Van Dijk e pianoforte con Evgeni Koroliov presso l’Hochschule fur Musik und Theater di Hamburg.